Noi ragazzi delle classi seconda e terze medie, nelle ore di lezione di matematica, abbiamo recentemente lavorato con il Tangram; si tratta di un gioco molto antico, proveniente dalla Cina, che consiste nella scomposizione di un quadrato in sette forme geometriche che poi vengono ricombinate a formare nuove figure.
La leggenda sull'origine del gioco narra che un monaco donò ad un suo discepolo un quadrato di porcellana ed un pennello, invitandolo a viaggiare e dipingere sulla porcellana le bellezze che avrebbe incontrato nel suo cammino. Il discepolo, emozionato, lasciò cadere il quadrato, che si ruppe in sette pezzi. Nel tentativo di ricomporre la tavoletta di porcellana, il giovane formò delle figure molto interessanti e capì che non aveva affatto bisogno di viaggiare, poiché poteva rappresentare le bellezze del mondo con i sette pezzi della tavoletta che aveva rotto.
Anche noi siamo rimasti sorpresi nel capire quante nuove figure si possono comporre utilizzando i sette tan: nella realizzazione del Presepe che vedete esposto in fondo alla Chiesa abbiamo voluto dare una semplice dimostrazione, poiché ogni figura rappresentata è stata realizzata seconde le regole del Tangram.
Mentre lavoravamo per la costruzione del Presepe, tuttavia, abbiamo anche compreso che la natura che ci circonda parla il linguaggio della matematica e, dal momento che Dio ne è il Creatore, il linguaggio della matematica è il modo privilegiato con il quale il Signore ci parla.
Allora il nostro Presepe ha acquisito un significato che è andato ben oltre la dimostrazione della versatilità del Tangram: è stato per noi un modo di rendere gloria a Dio, che si è fatto uomo come noi, esprimendoci proprio nella sua lingua prediletta, quella della matematica.