Riportiamo qui di seguito il testo della lettera inviataci dalla mamma di una nostra liceale, dopo la conclusione dell'anno scolastico:
«La settimana scorsa ho letto per la prima volta le parole che avrei voluto essere io a scrivere e magari senza farmi anticipare. Era proprio il mio pensiero, dunque mi sono piacevolmente stupita di apprendere che un papà la pensasse esattamente come me. Non capita spesso di leggere parole di ringraziamento rivolte agli insegnanti dei propri figli. Gli ultimi giorni di scuola sono “liberatori” per tutti: i ragazzi non vedono l’ora di godersi le meritate vacanze e fra i genitori i commenti che si sentono rispettano lo stesso schema: come se ognuno aspettasse - oltre che i propri figli fuori da scuola - di sentire dagli altri che finalmente si è chiuso un anno faticoso, che non se ne può più delle solite cose (compiti improponibili, voti ingiusti, insegnanti troppo severi...), come se raccogliere e condividere le lamentele potesse accomunare e dare la sensazione gratificante di gruppo solidale. Mai un grazie, non si sente mai! Non si esterna la gratitudine, che in me è profonda, verso coloro ai quali abbiamo affidato i nostri figli e dai quali dipende la loro crescita sana, il loro equilibrio, la loro maturità critica e, a volte, anche il loro stesso futuro. Sono la mamma di una ragazza presto sedicenne, mi accorgo di quanto cambi giorno dopo giorno proprio sotto i miei occhi; sta crescendo col supporto della scuola che frequenta, attraverso la presenza di insegnanti attenti che le offrono gli strumenti giusti per poterlo fare al meglio. Mi sento di poter dire che sono una mamma fortunata, ma non si tratta solo di casualità, di natura o di carattere: devo dire grazie agli insegnanti che alimentano in lei la sete di sapere nel pieno rispetto della sua personalità. I ragazzi hanno bisogno di continuare a sognare, di credere di poter diventare adulti migliori di noi, e se oggi posso dire che mia figlia crede nel percorso che ha scelto e che ne è entusiasta, è perché questa scuola, l'Istituto Maria Immacolata, conosce il modo di guidare le loro ali. Non possiamo sapere cosa resterà loro degli anni del liceo, ma certo, se riusciranno a trovare un posticino nel mondo, ripenseranno agli insegnanti che hanno creduto in loro e nelle loro potenzialità, che hanno incentivato la loro ambizione sapendo guidare e accompagnare senza mai chiudere il loro sguardo ma, anzi, rivolgendolo ad un orizzonte vero. Finisce la scuola: grazie per essere stati al fianco dei nostri figli anche quest’anno. Tra le verifiche andate alla grande (che spingono a scrivere il messaggino a mamma, che ancora non ci crede) o le ore di recupero, nelle prove di teatro dove si può anche piangere dall’emozione o con una suonata di fisarmonica, col vostro lavoro che è forse più una vera e propria missione per tutti voi, permettete loro di affrontare il mondo anno per anno e li rendete un poco più forti. Ricorderanno durante l’estate l’impegno che chiedete, ma anche, ne sono sicura, la gratificazione che sempre ne segue e la passione per la materia che hanno visto nei vostri occhi. Finisce la scuola ma non l’eco del vostro lavoro, quel che vivranno e come lo vivranno è il frutto delle vostre attenzioni. Grazie anche da parte dei genitori che hanno solo pensato di dirvelo (e sono certa siano tanti), ma che non hanno avuto modo di farlo prima, proprio come è successo a me quando ho letto le parole del papà di Torino».