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23 giugno 2025
…accompagnando giovani lavoratrici - Tredicesima Tappa
CONVITTO OPERAIE DEL COTONIFICIO VITTORIO WIDEMANN
Il 14 ottobre 1926 Madre Lina Sacco, Superiora Generale delle Suore di San Giuseppe, inviava tre suore al Convitto Operaie del Cotonificio Vittorio Widemann in San Germano Chisone, per prestare l’assistenza ed il servizio alle giovani, in prevalenza venete, le quali, per guadagnarsi il pane, erano costrette a vivere lontane dalla propria famiglia. Alle suore si presentava una missione delicata che richiedeva prudenza, tatto, dedizione e soprattutto comprensione.
In questo campo di lavoro suor Filiberta si rivelò di una perspicacia non comune nella conoscenza dei cuori giovanili e nell’arte di conquistarli e portarli a Dio. Voleva che l’ambiente fosse tenuto con ordine e nettezza, la cucina ben allestita e abbondante, incoraggiò la collezione di buone letture, la partecipazione alle funzioni parrocchiali e concesse piccoli riconoscimenti, come incoraggiamento e stimolo a fare sempre meglio.
Tutto questo richiedeva fatiche, veglie, dedizione costante, il tutto nella luce di uno spirito di sacrificio sereno che irradiava la gioia, la pace ed addolciva la nostalgia della famiglia lontana. Tanta dedizione e tanta generosità favorirono lo sbocciare di numerose vocazioni. Al trasferimento di suor Filiberta, l’opera venne continuata da suor Zaveria Morra.
Le Maestranze del Cotonificio, ammirate per la dedizione delle suore e per il buon andamento dell’Opera, manifestarono la loro ampia approvazione e la loro riconoscenza in varie circostanze. Nel mese di settembre 1928, essendo numerose le convittrici, fu chiamata ed inviata una quarta suora.
Il Convitto venne chiuso nel 1962, non essendovi più convittrici, e le suore furono richiamate in Casa Madre.
CASA DELLA GIOVANE
Durante la Seconda Guerra Mondiale, a causa dei ricorrenti pericoli, dei disguidi ferroviari, dei viaggi su treni merci senza orari né coincidenze sicure, molto spesso i vigili venivano a suonare il campanello all’Asilo Umberto I, per accompagnare giovani che chiedevano alla direttrice suor Bianca di potersi fermare nella notte. Madre Bianca, sensibile e generosa, era assillata dal desiderio di porre rimedio alla mancanza di una struttura adatta ad accogliere queste giovani povere di mezzi, di aiuto e di guida.
La Divina Provvidenza, fiduciosamente invocata, intervenne al momento giusto. Dopo diversi cambi di destinazione, fu messo in vendita l’antico e dignitoso stabile del Colonnello Roasio, situato in via Silvio Pellico, 40. Madre Bianca, appena lo seppe, suggerì alla Superiora Generale, Madre Lina, l’acquisto dello stabile.
Il cammino per attuare l’ardito progetto fu veramente faticoso, ma risultò di grande aiuto l’approvazione e l’appoggio del Vescovo Monsignor Gaudenzio Binaschi, di autorità cittadine e la gara di solidarietà da parte di enti pubblici, benefattori, simpatizzanti;
l’impegno entusiasta e contagioso delle suore, abili organizzatrici di lavori straordinari, mostre, lotterie, banchi di beneficenza, spettacoli teatrali contribuì procurare il denaro necessario all’acquisto, alla ristrutturazione e all’arredamento dell’edificio. Il 10 ottobre 1956, la Casa della Giovane, sebbene ultimata solo a metà, accoglieva le prime quattro suore, sotto la direzione di Madre Bianca Vivenza.
…accompagnando giovani lavoratrici
Iniziarono così i corsi gratuiti e semi-gratuiti di: taglio e confezione di sartoria maschile e femminile (sovvenzionato dal Ministero della Previdenza Sociale fino al 1959); biancheria da uomo; biancheria da donna e ricamo. Al corso teorico-pratico di taglio e confezione fu annesso un corso di cultura generale impartito da suore diplomate.
Cessato il contributo dello Stato che permetteva la frequenza gratuita ai laboratori, il numero delle allieve fu in sensibile diminuzione. Vennero coinvolti anche i Parroci della diocesi per incrementare le iscrizioni e così il laboratorio riprese il suo ritmo di attività. Per rendere efficiente tutto l’edificio, continuarono i lavori e nel 1958 venne benedetta la Cappella, dedicata a Maria Santissima Regina, che divenne punto di riferimento per diverse associazioni e gruppi.
Nel 1964 la Congregazione acquistò il “Beneficio parrocchiale di San Donato”, una casetta che venne in seguito ristrutturata ed adibita in un primo tempo a sede dello Juniorato e poi utilizzata per un Corso biennale gratuito per ragazze dai 15 ai 17 anni, non motivate a proseguire gli studi nella Scuola Superiore. Molte di loro, tra cui alcune seguite dai Servizi Sociali, hanno partecipato con interesse e impegno al corso che ha consentito loro di trovare lavoro. Quando entra in vigore la legge sul Biennio Obbligatorio, il corso cessa l’attività. Nel 1977 la casa offrì anche una sede ed un recapito al nascente “Centro di aiuto alla Vita” e dal 1980 ospitò le attività del Centro Emmaus a favore dei poveri. Parte dei locali nel 2015 è stata ceduta all’agenzia CFIQ “Il germoglio” per corsi professionali.
Oggi è Casa per Ferie e dà la possibilità di trovare soggiorno temporaneo a persone singole, soprattutto ad insegnanti e a personale scolastico o infermieristico; le suore offrono loro un’accoglienza familiare e un fraterno accompagnamento.
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